
Negli anni ‘80 aerei a partire dal mese di giugno, decollavano dall’aereo porto di Chatham e sorvolavano le coste del Capo individuando i banchi di grossi tonni, mandando le coordinate ai pescatori che con l’arpione, o con canna e mulinello, si posizionavano nella zona di pesca e catturavano pesci mostruosi che spesso superavano la mezza tonnellata, e venivano venduti a decine di migliaia di dollari. Le attrezzature usate dagli americani erano e sono lontane dalla nostra concezione di pesca sportiva; terminali grandi come cordini e canne che difficilmente si riescono a piegare alla sola forza delle braccia, frizioni chiuse a morte per salpare, e vendere il pesce nel minor tempo possibile. Il nostro charter propone un nuovo approccio di pesca sugli stessi pesci, all’insegna della sportività: attrezzatura leggera e combattimenti in standup.